Quando ha origine la storia del CIOCCOLATO?

Dopo aver analizzato la pianta del cacao ed i suoi frutti divini, parliamo oggi della sua storia.
Secondo i paleobotanici il cacao cresceva spontaneo in Sud America diversi millenni prima di Cristo.
Il termine “cacao” sembra derivare da KAKAWA, termine dell’antica lingua olmeca per identificare sia la pianta del cacao sia i suoi semi.
La parola cioccolata, invece, deriverebbe dal termine azteco CACAHUATL, dall’unione della città KAKAWA e la parola maya ATL, ovvero acqua.
Gli Aztechi attribuivano la creazione della pianta del cacao, la pianta del Bene e del Male, al dio Quetzalcoati a cui sono legate
diverse leggende.

Il CACAO e la PRINCIPESSA
Una leggenda narra di una principessa, moglie di un valoroso guerriero, a cui fu richiesto di proteggere un tesoro.
Arrivarono dei nemici per conoscere il luogo in cui fosse stato nascosto il tesoro che lei ovviamente non rivelò e per questo
venne uccisa.
Da una goccia del suo sangue nacque la pianta di cacao come dono del dio per ripagare il sacrificio della principessa.

Il CACAO ed il DIO SERPENTE
Quetzalcoatl era il RE SARCEDOTE dei Toltechi venerato come un dio per aver offerto agli uomini l’albero di cacao, insegnando loro
come coltivarlo.
Questo re chiese allo stregone Tezcatlipoca il dono dell’immortalità ma lo stregone, geloso, gli diede una pozione che lo rese pazzo.
Il sovrano fuggì imbarcandosi su una zattera fatta di serpenti intrecciati, allontanandosi verso Oriente.

Non esistono solo leggende legate al cacao ma anche rituali!
Prima della semina, le fave venivano esposte ai raggi della luna per quattro notti ed in questo periodo gli uomini dovevano rimanere casti. Il quinto giorno, i semi venivano posti in terra e gli uomini potevano ricongiungersi alle donne. Tredici giorni prima del raccolto, gli uomini tornavano all’astinenza, fino al raccolto.

In Ecuador gli indiani cantano girando i semi sotto al sole.

In Venezuela gli uomini si travestono da diavoli e si sdraiano nell’area di essiccazione.

Le fave era utilizzate come alimento ma anche come forma di pagamento e tuttora, in alcuni paesi del Sud America, vengono
utilizzate come dono rituale tra amanti o come offerta ai defunti.

Come alimento era la base di una bevanda chiamata XOCOLATI o CACAHUATL, amara, fredda arricchita con vaniglia, spezie, farina di
granturco e miele, utilizzata da corroborante per corpo e mente.
Per preparare la CACAHUATL facevano tostare le fave di cacao per poi macinarle in un contenitore in pietra.
L’attrito provocava calore sufficiente a far sciogliere il burro di cacao dando origine ad una pasta che modellavano e conservavano
per miscelarla con acqua quando desideravano gustare questa divina bevanda.

Pare il cacao sia arrivato in Europa grazie a Cristoforo Colombo che cita le fave e la bevanda in uno dei suoi diari di bordo.

Successivamente Hérnan Cortes fece provare le fave di cacao e la bevanda da loro ricavata a Carlo V, re di Spagna, ed in poco tempo
venne amata da botanici, che iniziarono a coltivare la pianta nei territori conquistati, ed aristocratici spagnoli che per decenni
furono gli unici fruitori.
La bevanda era corretta con peperoncino e spezie per equilibrare il forte gusto amaro oppure con vaniglia o cannella.

In Italia venne conosciuta grazie a Caterina d’Austria, figlia di Filippo II di Spagna, che si sposò con Carlo Emanuele I, duca di
Savoia ma divenne famosa grazie ad Antonio Carletti assieme al figlio Francesco, mercanti fiorentini che portarono la cioccolata
alla corte di Cosimo I de’ Medici.

Francesco, nel suo manoscritto “Ragionamenti di Francesco Carletti, Fiorentino, sopra le cose da lui vedute ne’ suoi viaggi” che
dedicò a Ferdinando I de’ Medici, figlio di Cosimo I, scrive: “bevono il CIOCCOLATTE in delle ciotole che loro chiamano CICCHERE
e mescolandolo con un legnetto e girandolo fra le palme delle mani, gli fanno fare una spuma di color rosso, e appena fatta,
avvicinano la bocca e lo tracannano in un fiato con mirabil gusto e soddisfazione”.

Cosimo III, figlio di Ferdinando, pare richiedesse al cioccolatiere di corte Francesco Redi nuove combinazioni tra le quali spiccava la varietà aromatizzata ai fiori di gelsomino.
Altri ingredienti utilizzati per mitigare l’amaro del cacao erano le scorze di agrumi quali cedro e limone, cannella, vaniglia, ambra e muschio.

In Francia il cioccolato arriva durante la corte di Luigi XIV, il Re Sole, grazie al matrimonio con Maria Teresa d’Austria, figlia di Filippo IV di Spagna.
Pare che proprio il Re Sole fece realizzare al suo chocolatier David Chaillou, che aveva il monopolio di questo divino prodotto, il primo uovo al cioccolato che viene ancora oggi utilizzato come dono proprio come, in origine, si utilizzavano le fave da cui proviene.

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